martedì 30 ottobre 2007

compituzzi...

anche io ho deciso di scrivere il post sul primo capitolo, storia del computer, perchè è quello che mi ha incuriosito di più e anche perchè, ciacciando su internet per qualche approfondimento, ho trovato una cosa mooolto interessante, che non molti sanno credo...e che neanche io sapevo..!!!

IBM e la storia del ‘900

In passato sono stati concepiti numerosi strumenti per affrontare il problema di calcoli troppo complessi; alcuni di questi sono gli antenati del computer, come la “Pascalina”, o la “macchina analitica” di C.Babbage, prototipi di calcolatori.
I calcolatori entrano a far parte del mondo del lavoro all’inizio del ‘900. Nel 1917 viene fondata la IBM (International Business Machine Corporation) che costruiva calcolatori che si basavano sulla tecnologia meccanografica, basata su un sistema di macchine che traducevano i dati in schede perforate, li leggevano, eseguivano i calcoli, e stampavano i risultati prima su scheda perforata, poi in chiaro.Queste operazioni erano svolte da macchine diverse. E’ negli anni 40 del ‘900 che le funzioni di tante macchine vengono riunite in una, con la costruzione di macchine elettromeccaniche; le istruzioni venivano date alle macchine sotto forma di schede perforate, si parla quindi di calcolatori elettromeccanici a programma esterno. La logica che stava alla base di questi calcolatori ha permesso la costruzione, nel 1942, del primo calcolatore elettronico, l’Eniac. Questa avanzata tecnologia americana fu, paradossalmente , utile in Europa a Hitler., durante il Terzo Reich.
Hitler intrecciò rapporti affaristici con la IBM, che gli fornì calcolatori meccanici che elaboravano le informazioni sotto forma di schede perforate, ed eseguivano calcoli complessi. Questa tecnologia serviva al Terzo Reich per facilitare la gestione del programma di “pulizia raziale”. Inizialmente i calcolatori furono usati per la gestione delle confische , per la ghettizzazione e deportazione; successivamente per stendere i codici di numerazione dei prigionieri(tatuati poi sui deportati), e in ultima cosa ( ma non meno orripilante) queste macchine ebbero la funzione di “contare ed indicizzare gli ebrei da deportare e da sterminare”. La IBM aveva persino una succursale in Germania, dove ingegneri formatisi negli USA indirizzavano la IBM a costruire macchine a posta per gli scopi del regime nazista, e questo continuò fino alla caduta di Hitler. Al termine della Seconda Guerra Mondiale molti documenti furono bruciati, altri, come gli accordi con la IBM, tenuti nascosti fino ai giorni nostri. Fa pensare il fatto che l’americana IBM fosse a conoscenza delle attività di deportazione, e che, nonostante la guerra, abbia continuato a mantenere i rapporti affaristici con la Germania. Da notare cheThomas J. Watson (fondatore della IBM) ricevette nel 1937 la Gran Croce del Supremo Ordine dell'Aquila Tedesca, la più alta onorificenza del regime nazista per uno straniero.

http://www.computerlaw.it/entry.asp?ENTRY_ID=200
http://it.wikipedia.org/wiki/IBM

"IBM e l'olocausto" Edwin Black

1 commento:

Andreas Formiconi ha detto...

Complimenti! Davvero interessante ... ma sempre lo stesso amaro destino ... sembra che tutto, ma proprio tutto, quello che può divenire uno strumento meraviglioso per il bene di tutti sia nato nel buio della violenza e della sopraffazione, nella follia come nel caso da te citato. Che sia questo il vero significato del peccato originale? Che cosa terribile ...